Mare piatto

Ne ho avute di idee, nella mia vita. E qualcuna l’ho anche trasformata in realtà; magari non proprio come avrei voluto, ma nel mio piccolo l’ho perseguita e portata a termine. Così, per dire, mi viene in mente la musica, e quel mestiere di insegnante che tanto aborrivo prima di cominciare; il metodo per imparare a leggerla, così diverso… che battaglie ragazzi…! E Ciòiòi, dove lo mettiamo? Scritto nel 1968, ripreso nel ’78, pubblicato nel 2008. E non mi sono mai arresa. E le poesie, uscite non so nemmeno da dove a minimo due al giorno per un anno, e poi pian piano tornate in un angolo… Perché ora non ne ho voglia, ma ogni giorno era un’idea. La direzione d’orchestra quella l’ho iniziata più di una volta, ma non ce l’ho fatta. Come pure l’Università. Ecco, queste due mi mancano e mi mancheranno. Ma chissene…

No, non è vero, mi importa, ma tutto tutto proprio non ci stava.

Ora, sarà che c’è in arrivo una nipotina (scanso sorprese), sarà che sono ripresi i dolori alla schiena che si trasmettono alle gambe e tutti dicono “che bella sciatica, complimenti”, non pensando all’origine; ora che devo vendere casa e mi dispiace, ora che devo accudire me e le persone che ho vicino… a volte sento che mi manca qualcosa. Ai miei familiari no, solo a me. Loro scappavano a gambe in spalla gridando aiuto ogni volta che mi sfuggiva un “ho avuto un’idea…”, io invece ora, passando un giorno e anche più senza che mi venga da pensare a qualche novità, lamentandomi di correre da una parte all’altra ma vergognandomi quando trascorro una mezz’oretta a fare stupidate, mi sento strana. Vecchia. L’ho detto. Perché fino ad ora riferendomi a tanti anni fa, ai cosiddetti “miei tempi”, parlavo di “quando ero meno giovane”… Ora sto zitta. Oppure tolgo il “meno”.

Ho l’agendina piena di impegni pallosi (scusate il francesismo), di visite, di analisi, di spese, di telefonate da fare… ma è come scrivere un dettato. Ho in testa un nuovo libro, partendo dal titolo, come faccio sempre, ma non lo dico per non rovinare la sorpresa. Sarebbe a quattro mani: le mie sono d’accordo, le altre due no. Così la tengo da una parte, questa idea.

Mi sento sola. Vuota. Passerà.

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